Arcade Fire - Funeral, un capolavoro! [giudizio: 5/5]

Se c'è una cosa che adoro è essere sorpreso, smosso dalla routine musicale e proiettato in dimensioni nuove e diverse. Il bello del mondo indie sta nella sua pressoché totale assenza di regole, nella grande libertà creativa. E talvolta capita che il vasto e sommerso mondo alternative produca fenomeni clamorosi, punti di riferimento e svolta per l'intero scenario musicale.

MGMT - Congratulations, i giovani saggi [3/5]

Maturazione e invecchiamento sono 2 facce della stessa medaglia, anche se possono esistere l'una indipendentemente dall'altra: esistono dei vecchi stolti così come dei giovani saggi. I MGMT, una band formata da 2 musicisti americani under 30, ambiscono a rientrare nella seconda categoria. Sorprendendomi non poco.

These New Puritans - Hidden, art-rock contro l'omologazione

Recensire un disco dei These New Puritans è un problema. Visto che cosa scrivere lo decido io, non saprei spiegare cosa mi ha fatto scegliere di crearmi questo problema. Forse il fatto che non ho mai scritto di un gruppo che suona art-rock. Forse perchè l'art-rock non saprei bene dire cosa sia e dunque mi affascina.

The Decemeberists - Picaresque, indie-folk teatrale ed ispirato [3/5]

I Decemberists, nati nel 2000 negli States, sono una band abbastanza prolifica. Nel 2002 pubblicarono Castaways and Cutouts, loro album di debutto e tre anni più tardi diedero vita al loro terzo lavoro: Picaresque.
Il folk teatrale (brechtiano?) che ha caratterizzato la prima parte della loro carriera giunge con questo album al suo massimo livello, ispirato e profondo senza mai essere noioso o di maniera.

The Kills - Midnight Boom, 2 anime e una drum machine

Uno dei filoni più interessanti della musica è la ricerca dell'essenza, di cuore e sostanza della musica eliminando tutto ciò che è superfluo. Se i massimi esponenti contemporanei di questa tendenza, nel mondo indie, sono i White Stripes, non mancano certo altri gruppi impegnati in modo analogo.

The National - Sad Songs for Dirty Lovers, premesse per un grande futuro

E' bellissimo poter vaticinare il futuro quando già lo si conosce. Il futuro dei National è in parte passato visto che dalla pubblicazione di Sad Songs for Dirty Lovers sono passati 7 anni e 2 album eccellenti: Boxer e Alligator.
Sad Songs for Dirty Lovers è il secondo album della band di Matt Berninger, il primo prodotto da Peter Katis, deus ex-machina dei lavori successivi. Questo album peraltro è una sorta di prova generale, un abbozzo di quello che accadrà. L'indie-folk elegantissimo che caratterizzerà la band nel prossimo futuro qui risulta meno pulito ed equilibrato, a tratti (addirittura!) gridato, a tratti fin troppo morbido. Non si tratta di un alvoro scadente, questo no, però è un album di premesse, di idee acerbe frutto di una personalità musicale in formazione.
I National devono il loro successo a equilibri raffinati, al dosaggio straordinario di un numero ridotto di ingredienti. In Sad Songs for Dirty Lovers c'è qualche ingrediente di troppo, dosato a tratti in maniera eccellente, a tratti con imprecisione. Se avete amato Alligator o Boxer questo album vi risulterà gradevole, ma se non conoscete i National vi consiglio di orientarvi sugli album successivi. Certo, qualche grande canzone la troverete anche qui, come Cardinal Song ad esempio.