Django Django - Django Django, esordio fulminante [4/5]

I Django Django sono un quartetto scozzese all'esordio con l'omonimo album. La curiosa scelta del nome Django Django pare non abbia nulla a che fare con Django Reinhardt, o perlomeno così la band tiene a precisare. E tutto sommato la cosa non ha alcun importanza. La certezza è che questa band è veramente anomala, bizzarra, descrivere la loro musica è un esercizio improbo perchè contiene veramente di tutto.

CITIZENS! - Here We Are [2/5]

Il 2012 è, per ora, un anno di vacche magrissime musicalmente parlando. La speranza di trovare qualche gruppo magari non memorabile ma in grado di produrre un album "estivo" frizzante e diverso c'è sempre. Tra i candidati al ruolo quest'anno ci sono i CITIZENS!, gruppo inglese guidato da Tom Burke.
Here We Are è il primo album dei CITIZENS! e rientro in pieno nel filone elettronico-nostalgico dei bei tempi andati del wave, della new wave, della new new wave (ecc...). Sicuramente siamo tutti un po' saturi di questo tipo di musica e io stesso, che di fatto la amo, non impazzisco all'idea di ascoltare l'ennesimo gruppo che ripropone sonorità fantastiche ma consunte.
I CITIZENS! lo fanno senza infamia e senza lode, Here We Are è un disco onesto ma che non mi ha emozionato quasi mai. Arrangiamenti piacevoli ma scrittura spesso piatta e un cantato ordinariamente citazionista. Certo, un colpo straordinario c'è e merita l'ascolto: Caroline.

Eight and a Half - Eight and a Half [3/5]

Ripetersi è noioso, quindi eviterò di elogiare le magiche virtù del Canada, terra di eccellenza musicale, infinita fucina di nuove band. Non so bene come io sia arrivato ad ascoltare gli Eight and a Half ma poco importa. Devono essere veramente sfigati perchè non hanno una pagina su Wikipedia quando oramai non si nega a nessuno. Guidati dal leader degli Stills Dave Hamelin i tre canadesi propongono una miscela indie-pop lieve ma palpabile, caratterizzata da una base elettronica-beat di grande gusto.
Le emozioni magari non sono fortissime ma l'ascolto è ipnotico e mai deludente, di livello sia compositivo che come arrangiamenti. Buone le linee melodiche, interessante la voce, gli Eight and a Half un ascolto lo meritano, lo testimonia il singolo, splendido: Go Ego.

Grand Duchy - Let The People Speak [3/5]

Let the People Speak è il secondo album dei Grand Duchy, gruppo a gestione familiare composto dal sommo ciccione Black Francis aka Frank Black aka Charles Michael Kittridge Thompson IV insieme alla moglie Violet Clark.
A voler essere puntigliosi però questo non è il secondo album dei Grand Duchy bensì è il primo album di Violet Clark featuring Black Francis. Se infatti l'ottimo esordio di Petit Fours era a tutti gli effetti un lavoro a 4 mani questo è invece un divertissement di Violet che ha potuto godere a tratti dell'apporto di Black Francis, spesso impegnato in tourneè coi Pixies. Il risultato è quindi forzatamente strambo e discontinuo ma non negativo. Ho letto recensioni molto severe su questo album, ma penso siano sbagliate. Dimentichiamoci Pixies e età dell'oro e torniamo sulla terra, alla "normalità" cui anche i grandi talenti sono costretti a arrendersi. E non necessariamente è un difetto, meglio un po' di normalità che inseguire in maniera patetica i fasti di un tempo.
Let the People Speak è un album ricco di elettronica e di idee, impreziosito dai cameo di Black Francis, sempre in grado di far cambiare marcia al tutto pur senza aver composto nessun pezzo memorabile. La ricca scaletta (15 canzoni) è infatti perlopiù opera di Violet Clark, prodotta con evidente divertimento e libertà di sperimentare. Il risultato è godibile, un pop elettronico carico di groove e basi ritmiche di grande impatto. Aggiungete un tocco di Black Francis e avrete Let the People Speak: Silver Boys.