My Speaking Shoes - Siamo Mai Stati, rock italiano: Si Può Fare [3/5]

In linea di massima non credo molto al rock cantato in italiano. Mi vengono in mente rari episodi positivi e moltissimi passi falsi, tra irrisolvibili problemi di metrica e involontario umorismo.
I My Speaking Shoes avevano esordito nel 2012 con Holy Stuff, cantando in inglese, e ora pubblicano Siamo Mai Stati, interamente cantato in italiano.

Blooming Iris - Amondawa, tepore indie per l'inverno [3/5]

Amondawa  è l'album d'esordio dei Blooming Iris, un progetto musicale non banale nel suo intento di trovare una miscela personale di elettronica e indie-rock.

I 10 migliori Album del 2014

Come ogni sito che si rispetti anche MantaRay pubblica il suo millesimato, la selezione dei 10 album più degni del 2014 secondo mio insindacabile giudizio. I 10 titoli non sono ordinati tra di loro, questa è una selezione e non una classifica. Le classifiche vanno bene per lo sport, non per l'arte:

An Electronic Hero esordisce con l'EP An Electronic Sphere

An Electronic Sphere è l'EP  con cui esordisce An Electronic Hero, un lavoro di musica puramente elettronica dal retrogusto nostalgico, pur nella sostanziale attualità della forma sonora scelta.

The Academy - Meaning of Dance, italian electro-pop [3/5]

Non so se i friulani The Academy conoscano il significato profondo della danza ma sicuramente sono molto ferrati per quanto riguarda la musica elettronica pop-rock da party. La dance cui fanno riferimento i quattro Academy ha radici ben radicate nel passato e guarda agli anni 80 più che alla musica che si balla attualmente.

Kennficks - Driving, indie-rock from Barcelona

La patria dell'indie-rock è il mondo, la provenienza delle band un dettaglio. Dunque nessuna sorpresa che i Kennficks siano una band argentino-cilena-italiana si sia stabilita a Barcellona (suscitando tutta la nostra invidia) e sforni un rock di buon livello.

Cave Canem, disco d’esordio degli Hyena Ridens

Cave Canem è il disco d’esordio della band napoletana Hyena Ridens. Nove tracce alt-rock con rimandi al grunge e alla tradizione new wave italiana.

Teatro-concerto di chitarra acustica con Beppe Gambetta il 7 dicembre

Domenica 7 dicembre 2014 a Villabartolomea ci sarà una serata teatro-concerto di musiche per chitarra acustica a plettro in stile flatpicking e dintorni. 

mr Gnome - The Heart of a Dark Star, consapevole grandezza [4/5]

Non so quanti siano i fan dei mr. Gnome ma sono ragionevolmente certo di essere, perlomeno in Italia, tra i pochissimi che attendevano con ansia l'uscita di The Heart of a Dark Star, il loro quarto album. É un peccato che i mr Gnome siano una realtà così oscura e misconosciuta ma del resto è anche vero che la loro musica è realmente indie e diversa da ciò che siamo soliti ascoltare che accedere a platee più vaste sarà davvero difficile.

Ex Hex - Rips, frizzante noia [2/5]

In pochi mesi gli Ex Hex sono passati dall'essere un progetto al pubblicare un album, Rips. Il trio garage-pop di Washington, D.C. guidato dalla chitarrista e cantante Mary Timony, esordisce con un album frizzante e di facile approccio, incensato dal solito Pitchfork.

The Twilight Sad - Nobody Wants to Be Here and Nobody Wants to Leave, oscurità scozzesi [2/5]

Gli scozzesi The Twilight Sad fanno parte di quel filone musicale britannico che in maniera più o meno personale fa rivivere la new wave ai nostri giorni, infarcendola di spleen e sonorità brumose a piacere.

Due inediti per i Dead Weather: Buzzkill(er) e It's Just Too Bad

I Dead Weather proseguono con la pubblicazioni di singoli che anticipano il terzo album della band in cui Jack White suona la batteria. E' ora la volta di Buzzkill(er) e It's Just Too Bad. Sono due ottime canzoni con alla voce solista Alison Mosshart (che in effetti è la titolare del ruolo nei Dead Weather). Però, se cantasse Jack le cose cambierebbero non poco...

Make You Better, primo singolo tratto dal nuovo album dei Decemberists

A 3 anni abbondanti di distanza dallo splendido The King is Dead i Decemberists tornano a pubblicare materiale inedito. Per gennaio 2015 è prevista la pubblicazione del nuovo album, What A Terrible World, What A Beautiful World e nell'attesa possiamo ascoltare Make You Better, primo singolo estratto dal nuovo album. Dopo l'essenzialità di The King is Dead abbiamo la sensazione di un ritorno a sonorità più classiche, in linea con la storia dei Decemberists.

Cymbals Eat Guitars - LOSE, più art che arrosto [3/5]

L'art-rock è un ecosistema musicale che aiuta a sentirsi intelligenti. Vale sia per i musicisti che per gli ascoltatori, creare o ascoltare musica che non rimanda a schemi pre-costituiti è ossigeno puro per il cervello in grado di fornire sensazioni di libertà ed euforia sonora non all'ordine del giorno. Ma quanta sostanza c'è alla base di questi mondi liberi?

Elliott Brood - Work and Love, passione e talento [4/5]

Gli Elliott Brood sono uno dei gruppi che seguo con maggior piacere, canadesi paladini dell'alt-country ma dotati di una sensibilità folk-rock tale da permettergli di rendere attuali sonorità del passato, di utilizzare l'imprescindibile banjo in perfetta armonia con chitarre o piano creando una perfetta alchimia di passato e presente.

Zola Jesus - Taiga, né dark né pop [2/5]

Zola Jesus a soli 25 anni ha già lasciato un segno nella musica leggera del nuovo millennio e torna con un nuovo lavoro, Taiga, suo quinto album. Il suo eccezionale timbro vocale, profondo ed oscuro, si è fatto largo nella moltitudine di proposte musicali proponendo sonorità elettroniche, cupe ed evocative, che hanno identificato il profilo di questa artista.

Bare Mutants - The Affliction, è bellissimo questo cupo autunno [4/5]

Sarà la contagiosa allegria dell'autunno, quel po' di nebbia e di pioggia che ci portano verso l'inverno, ma il casuale incontro coi Bare Mutants mi ha molto colpito: l'ipnotica tracklist di The Affliction è una delle mie preferite degli ultimi tempi.

Tweedy - Sukierae, un lussuoso e lunghissimo demo-tape [2/5]

Jeff Tweedy, dagli Uncle Tupelo ai Wilco, ha lasciato il segno sulla musica folk-country contemporanea. Un segno lieve, fatto di sfumature e raffinatezza più che di energia e foot-stompin'. La sua voce, gentile ma molto limitata, è probabilmente il freno maggiore di questo artista che invece ha doti notevoli da un punto di vista compositivo. Il progetto Tweedy è molto domestico e mi ispira simpatia: Jeff suona col figlio Spencer, batterista e dedica l'album alla compagna visto che Sukierae ne è il soprannome.

Katalina Kicks - Dirt, un buon indie-rock [3/5]

I Katalina Kicks, quartetto londinese guidato da Ian George, pubblicano in questi giorni Dirt, loro secondo album.
La formula dei Katalina Kicks è consolidata e si innesta in un filone indie-rock con influenze garage molto preciso e che abbraccia un ampio numero di gruppi, dai White Stripes ai Blood Red Shoes (più questi ultimi dei primi).

Eagulls - Eagulls, il piacevole post-punk dei nostri giorni [2/5]

Gli Eagulls sono apparsi a Leeds, nel 2010,  per un qualche paradosso spazio-temporale. I 4 ragazzi guidati da George Mitchell, vocalist con buona presenza ma nessuna particolare qualità, suonano un post-punk più che datato, per scelta stilistica estrema, una ribellione fuori tempo massimo. L'effetto nostalgia, paradossale visto che parliamo di una band giovane, guida per intero il discorso musicale degli Eagulls, tanto che pare di sentire i Clash a fine carriera, quelli di This is England per intendersi (peraltro unica canzone ascoltabile di Cut the Crap, un album orribile).

The New Pornographers - Brill Bruisers, frizzante maturità [4/5]

I New Pornographers sono forse stati il miglior gruppo indie-rock-pop a livello di talento melodico easy e frizzante (ovviamente non da classifica) degli ultimi 15 anni. Dal capolavoro Twin Cinema a Mass Romantic etc... ci hanno regalato delle perle da conservare con cura. Ma gli anni passano per tutti e i New Pornographers con Brill Bruisers sono giunti al sesto album in studio avendo superato più o meno abbondantemente la soglia dei 40 anni.

Rise & Shine: i mr Gnome anticipano alla grande The Heart of a Dark Star

I mr Gnome si apprestano a pubblicare (il 18 novembre 2014) il loro quarto album, The Heart of a Dark Star, e finalmente rendono disponibile la prima anticipazione, il singolo Rise & Shine. Il duo di Cleveland (Nicole Barille - voce e chitarra, Sam Meister - batteria, piano e seconde voci) pare ripartire dal notevolissimo Madness in Miniature, terzo e miglior album dei mr Gnome ad oggi, per evolvere ulteriormente il loro art-rock capace, come pochi di unire sperimentazione e orecchiabilità.
Dopo l'ascolto di Rise & Shine, bellissimo singolo, attendiamo The Heart of a Dark Star con ottimismo e alte aspettative.

Mosca Nella Palude - Ultrafuck e la folle creatività [3/5]

Il sottobosco della musica alternativa italiana è molto più frizzante e sorprendente di quanto si pensi. Le scarsissime opportunità, la mancanza di spazi e prospettive concrete per chi ama fare musica in Italia si traducono (talvolta) in esplosioni creative. Magari arrivano anche a rasentare la follia, come nel caso dei Mosca nella Palude, il cui album d'esordio Ultrafuck (lavoro non recentissimo) sorprende e diverte come raramente capita.

Elliott Brood - Tin Type, 10 anni dopo l'esordio l'EP ripubblicato in vinile [4/5]

Definire gli Elliott Brood un gruppo di successo è un indiscutibile eccesso di ottimismo. Forse "gemma nascosta dell'indie-folk-country" è una frase più pertinente per descrivere la band canadese prossima a pubblicare Work And Love, il loro quarto album. Questo agosto i 3 musicisti guidati da Mark Sasso hanno nuovamente pubblicato, a distanza di 10 anni, Tin Type, il loro EP d'esordio per una piccola e legittima auto-celebrazione.

Spoon - They Want My Soul, buona qualità e poco genio [3/5]

They Want My Soul è l'ottavo album in diciassette anni di attività per gli Spoon, band texana che vanta un notevole credito sulla scena indie. Britt Daniel e soci ripropongono il canovaccio musicale che è da sempre il marchio di fabbrica degli Spoon: basi ritmiche acustiche (o distorte il minimo), di chitarra o pianoforte, incedere indolente ma non privo di energia, voce leggermente roca e subito riconoscibile, personale.

HT Heartache - Sundowner, oscure melodie alt-country [4/5]

Mary Roth aka HT Heartache è una piacevole scoperta di questo inizio agosto. Sundowner è il suo secondo album, auto-prodotto, e segue a 4 anni di distanza Swing Low. Prodotto e registrato in un soggiorno di Highland Park assieme alla multi-strumentista Christina Gaillard Sundowner non è affatto un album povero o privo di ambizioni.

Luisenzaltro - Non vedo l’ombra di vedere la luce, italian electro pop [3/5]

Non vedo l’ombra di vedere la luce è il nuovo album di Alessio Luise, in arte Luisenzaltro. Cantante e scrittore indie con un particolare amore per la parola e il surreale Luisenzaltro è un'artista creativo e diverso dalla massa di musica omologata che siamo abituati ad ascoltare, soprattutto in Italia.

Stereocut - #1, passione rock [3/5]

Gli Stereocut sono una band milanese che esordisce con questo #1, titolo "essenziale" con evidenti rimandi alla storia del rock, vedi Led Zeppelin e la loro progressiva numerazione degli album. I ragazzi guidati da Antonio Capra suonano un indie-rock convincente, suonato e cantato ad alto livello.

Peter Murphy - Lion, l'oscuro ruggito del Duca Nero [4/5]

L'affascinante e altalenante carriera di Peter Murphy, voce e leader degli iconici Bauhaus giunge con Lion al suo decimo capitolo, quattro anni dopo lo splendido Ninth, un vero gioiello di gothic-rock.
Lo stile di Murphy, che negli anni bui a seguito dello scioglimento dei Bauhaus si fece meno definito e personale, è ora più che mai straordinario per statura e personalità.

Lucius - Wildewoman, la magia del pop anni sessanta [3/5]

Wildewoman è l'album di debutto dei Lucius, band di Brooklyn guidata da Jess Wolfe e Holly Laessig.
L'ambito in cui si muovono i 5 musicisti è chiaro sin dalla copertina: un tuffo nella musica pop degli anni sessanta, rivisto con gli occhi e la sensibilità di oggi. Il progetto è abbastanza intrigante perché i Lucius non si limitano ad aggiornare le sonorità di quel periodo ma inseriscono nella trama elementi folk e pop di diverse epoche rendendo l'ordito piuttosto interessante.

Jack White - Lazaretto, il Re Mida dell'indie-rock è tornato [4/5]

Lazaretto arriva a distanza di due anni dall'esordio di Jack White con Blunderbuss, un album eccellente che ha tracciato la strada su cui si sta incanalando sua storia da solista. Tre anni dopo l'addio ufficiale ai White Stripes la ferita non è ancora del tutto rimarginata tanto per i fan quanto per Jack White che di quel progetto era addirittura qualcosa in più del cantante-chitarrista-compositore. Ma siccome stare a guardare il passato è inutile, Jack va avanti (a strappi) con la sua carriera: i Dead Weather (in qualche modo i più "vicini" come sonorità alla sua carriera solista) danno sporadici segni di vita mentre gli strepitosi Raconteurs languono in attesa del terzo album.

Clap Your Hands Say Yeah - Only Run, la corsa ad ostacoli di Alec Ounsworth [3/5]

Clap Your Hands Say Yeah mi sono stati simpatici sin dallo straordinario album d'esordio. La band di Alec Ounsworth suona un indie-rock obliquo e insolito a cominciare dal cantato, sempre sul filo della stonatura: il loro stralunato talento melodico ha spesso saputo trasformare questo potenziale difetto in evidente pregio. La carriera della band è stata altrettanto obliqua e travagliata, prima osannati poi abbandonati dalla critica i Clap Your Hands Say Yeah hanno faticato parecchio a orientarsi, a trovare riferimenti certi.

Wovenhand - Refractory Obdurate, folk-rock di stampo mistico [3/5]

A meno di un paio d'anni di distanza dallo straordinario The Laughing Stalk tornano i Wovenhand con un nuovo album: Refractory Obdurate. David Eugene Edwards ha oramai così tanta storia alle spalle che è difficile possa sorprendere: dai 16 Horsepower ai Wovenhand il country-folk-rock di stampo mistico del figlio di un predicatore metodista è polveroso, declamatorio e imponente. David Eugene Edwards nella sua musica sembra essere un Dio giudicante e inflessibile più che misericordioso, a tratti inquietante a dire il vero.

The Bronx - The Bronx (IV), hard-rock never dies [4/5]

The Bronx IV, uscito nel febbraio 2013, è il quarto (ma vah?) album dei Bronx, granitica formazione post-punk hard-rock dalla doppia vita. Se in fatti da un alto la band vanta una rocciosa discografia buona per gli amanti dei suoni distorti e dritti allo stomaco dall'altro gli stessi elementi danno vita ai Mariachi El Bronx, formazione che suona solo musica messicana, musica Mariachi appunto. Trovo questo sdoppiamento magnifico e apprezzabile di per sé per il suo aspetto paradossale: ma ci saranno altre occasioni per parlare dei Mariachi El Bronx.

Lykke Li - I Never Learn, addio desolato mondo indie [2/5]

I Never Learn è il terzo album di Lykke Li e segue a distanza di 3 anni un album eccellente come Wounded Rhymes, a cui non è affatto facile dare un seguito adeguato. E infatti nonostante la produzione sia affidata nuovamente Björn Yttling (dei Peter Bjorn and John) che non delude le attese, attestandosi sempre su livelli di eccellenza nella scelta dei suoni e donando la consueta eleganza all'insieme, le difficoltà complessive non mancano.

The Anthony’s Vinyls - Like a Fish, indie-funk a go-go [3/5]

The Anthony’s Vinyls sono una band italiana che con Like a Fish arriva al suo secondo album. Nel difficile panorama musicale di casa nostra questo è uno dei pochi gruppi in grado di giocarsela credibilmente a livello internazionale: produzione, suoni, canzoni, tutto è di buon livello e privo di quella sensazione di povertà più o meno latente che spesso pervade le produzioni italiane.

Pixies - Indie Cindy, la magia non è finita [4/5]

Indie Cindy è il sesto album in studio dei Pixies (a meno di non accorpare Come on Pilgrim a Surfer Rosa, in tal caso sarebbe il quinto album) e succede dopo 23 anni (!) a Trompe Le Monde, l'album d'addio della prima parte della carriera nonché il meno riuscito dei folletti di Boston. In questi 23 anni sono successe tante cose (che evito di ripercorrere perché tanto si possono facilmente leggere in Rete) che hanno portato i Pixies a:

- sciogliersi improvvisamente
- vedere Black Francis diventare Frank Black
- riunirsi solo per suonare dal vivo
- vedere Frank Black tornare ad essere Black Francis
perdere Kim Deal, bassista e seconda voce
pubblicare canzoni inedite nel giugno del 2013.

Angel Olsen - Burn Your Fire For No Witness, spiragli di luce [3/5]

Angel Olsen ha esordito nel 2012 con Half Way Home, un album alt-folk tosto e intenso, cupo e intimista al punto di risultare fruibile da un ristretto gruppo di persone, perlopiù di umore brumoso.
Burn Your Fire For No Witness, secondo album dell'artista di St. Louis, è qualcosa di completamente diverso.

Cloud Nothings - Here And Nowhere Else, diffuso grigiore [2/5]

I Cloud Nothings da Cleveland, Ohio, giungono con Here And Nowhere Else al loro quarto album sull'onda di un discreto seguito e di recensioni sostanzialmente positive. Avevo ascoltato i loro passati lavori ma non ne ho mai scritto in quanto sempre poco interessanti.

EMA - The Future's Void, l'evoluzione di Erika M. Anderson [3/5]

L'esordio di EMA, aka Erika M. Anderson, infiammò la rete ma non me: Past Life Martyred Saints mi lasciò tiepido a dispetto dall'entusiasmo generalizzato. Troppo derivativo e depressivo per emergere dalla massa. Ciò detto mi sono approciato a The Future's Void con curiosità: tre anni non passano invano e i percorsi artistici possono prendere strade imprevedibili.

Pitchfork - Mobb Deep 0 - 1, il gol in trasferta di Infamous

Che MantaRay segua con attenzione Pitchfork (come quasi tutto il mondo indie, ovvio) non è un mistero. Così come non lo è il settarismo di MantaRay: qui si scrive e si legge solo (o quasi) di indie-rock. Il rap non trova spazio alcuno per un motivo semplice: non mi piace. E non mi piace forse anche perché non lo capisco, è un mondo lontanissimo.

Lazaretto, il nuovo album di Jack White, uscirà a giugno: il primo singolo è High Ball Stepper

E' almeno un anno che si inseguono le voci sui nuovi lavoro di Jack White, riferiti alla sua carriera solista ma anche ai Dead Weather e ai Raconteurs. Se nei mesi scorsi abbiamo ascoltato qualcosa di nuovo da parte dei Dead Weather mentre nulla si muove (purtroppo) riguardo ai Raconteurs, è l'avventura del solo Jack White a ripartire ufficialmente: il 10 giugno Blunderbuss avrà finalmente un seguito con Lazaretto.

Pixies - EP-3, la strada che porta al nuovo album Indie Cindy è completa [4/5]

Non c'è due senza tre, si sa, e la regola viene rispettata anche da un gruppo come i Pixies, storicamente restio a rispettare le regole, scritte e non, del mondo musicale. Anche questa seconda e del tutto imprevista fase della loro carriera accolta con grande amore da parte dei fan, viene poco o nulla capita dall'establishment musicale (mondo indie compreso, si leggono recensioni veramente fuori fuoco). EP-3 segue i 2 precedenti EP (nota commerciale: la strategia marketing che i Pixies hanno adottato è stata davvero straordinaria, innovativa, meriterebbe di essere studiata; magari la approfondirò in un successivo post) e ne prosegue il discorso stralunato, più pop che rock e molto Pixies nell'insieme, iniziato col notevole singolo Bagboy.

The War On Drugs - Lost In The Dream, nostalgia canaglia [2/5]

Bruce Springsteen, Tom Petty, Jackson Browne ma anche Bob Dylan e addirittura i Pink Floyd. I The War On Drugs di Adam Granduciel più che un gruppo sembrano una compilation, una raccolta di nomi famosi del passato. Infatti anche in questo Lost In The Dream, terzo album dei War On Drugs, così come avveniva nel precedente Slave Ambient, il citazionismo supera il segno per sconfinare in un'inconsolabile nostalgia dei tempi che furono.

Micah P. Hinson - Micah P. Hinson And The Nothing, grande, sofferto e irrisolto [3/5]

Micah P. Hinson è un artista straordinario ed è una vergogna che MantaRay non ne abbia mai scritto. Micah P. Hinson And The Nothing è il suo settimo album, un raggio di luce alla fine dell'ennesimo tunnel della sua travagliata vita.

St. Vincent - St. Vincent, un notevole album pop [3/5]

St. Vincent, AKA Annie Clark, arriva al quinto album con l'omonimo St. Vincent che segue a distanza di 2 anni l'ottimo I Love This Giant, realizzato assieme a David Byrne. Questo nuovo lavoro è molto ambizioso e vuole essere un punto di svolta della talentuosa ragazza che ha nel mirino l'élite del pop internazionale.

Real Estate - Atlas, il dream-pop affonda nella noia [2/5]

Sono anni che leggo recensioni molto positive degli album dei Real Estate.  Questa volta tocca ad Atlas, recensito con un roboante 8.8 dalla bibbia indie, l'ottimo (di solito) Pitchfork. E al di là di Pitchfork trovare recensioni negative di questo album è quasi impossibile. Dunque il problema siamo io e i miei ascolti passati. Forse.

Blood Red Shoes - Blood Red Shoes, rock, divertimento e coerenza [3/5]

I Blood Red Shoes, ovvero Steven Ansell e Laura-Mary Carter from Brighton, approdano al loro quarto album, un traguardo notevole per una band che si rivolge a una platea ristretta ma appassionata. In qualche modo i Blood Red Shoes sono il perfetto prototipo della band indie-rock inglese (rock, intendiamoci, non pseudo-rock): energia e understatement, divertimento e malinconia.

The Bronx - The Bronx (III), duri e puri [3/5]

Il terzo album dei Bronx, The Bronx (III), datato 2008, prosegue il lavoro iniziato con The Bronx (II) senza alzare minimamente il piede dall'acceleratore. Il furioso hard-rock post-punk dei ragazzi di Los Angeles non lascia spazio ad alcun ammorbidimento: se le venature hardcore sono tutto sommato poco evidenti non è difficile invece cogliere riferimenti al metal.

The Bronx - The Bronx (II), punk e hard-rock d'annata [4/5]

Le storie andrebbero raccontate dall'inizio ma non sempre c'è il tempo di farlo. Coi Bronx parto dal loro secondo album, The Bronx (II), che fu un notevole passo in avanti per una band stracolma di energia ma molto ancorata a un hardcore/punk tosto ma anche abbastanza ripetitivo.

St. Vincent & David Byrne - Love This Giant, un grande album di art-pop [4/5]

Non ho mai scritto nulla di St. Vincent e questo è sicuramente un errore. Cui vedo di rimediare scrivendo di Love This Giant, un album del 2012 che vede Annie Clark al fianco di un mostro sacro come David Byrne. O viceversa vede David Byrne cimentarsi al fianco di una stella dell'art-pop indie, St. Vincent appunto.

Band of Horses - Acoustic at the Ryman, unplugged per fan [3/5]

Dopo aver pubblicato 4 album eccellenti nel corso di quasi 8 anni i Band of Horses decidono di godersi i risultati raggiunti pubblicando un Live acustico. I 10 brani registrati al celebre auditorium Ryman di Nashville non possono che celebrare l'aspetto più folk se non country della band di Ben Bridwell.

Augustines - Augustines, la prova del secondo album è superata [4/5]

I We Are Augustines sono morti: viva gli Augustines. In effetti non sono cambiati i membri della band (e stanno tutti bene), ne è cambiato solo il nome dopo che tortuose vie legali hanno permesso al cantante e chitarrista Billy McCarthy, al multi-strumentista Eric Sanderson e al batterista Rob Allen di utilizzare Augustines, il nome che già inizialmente avevano scelto per la loro avventura musicale. Ma al di là di questo marginale cambiamento (io li preferivo col "We are", avevano un chè di esotico) la band è cambiata molto poco dopo il folgorante esordio on Rise Ye Sunken Ships. Fortunatamente.

Against Me! - Transgender Dysphoria Blues, il rock cambia sesso [4/5]

Il sesto album degli Against Me! presenta una sostanziale novità nella line-up. Come il titolo dell'album Transgender Dysphoria Blues fa intuire parliamo di cambio di identità sessuale: in buona sostanza il leader e cantante (sposato con prole) Tom Gabel è ora diventato Laura Jane Grace. E in questo lavoro canta la sua rabbia e il suo disagio, essere transgender nel nostro mondo non è (immagino) un'esperienza facile...

September Girls - Cursing the Sea, quando il pop è dark [3/5]

Certe recensioni sono facili da scrivere. I September Girls sono un gruppo irlandese che esordisce con questo interessante Cursing the Sea. Avete presente i Veronica Falls? Ecco, i September Girls sembrano tanto una versione più dark dei Veronica Falls. Non che questi ultimi sprizzino gioia e allegria...

Dead Weather, Open Up inaugura la serie di nuovi singoli della band di Jack White

I Dead Weather sono uno dei side-project di Jack White, in ordine cronologico (e anche di rilevanza) il secondo dopo i Raconteurs. Il progetto stagnava oramai dal 2010, quando fu pubblicato l'ottimo Sea of Cowards. Ma è arrivato il momento del rilancio: Jack White, Alison Mosshart e soci pubblicheranno infatti nel corso del 2014 una serie di singoli che ci guideranno verso il terzo album dei Dead Weather, previsto per il 2015.

British Sea Power - Machineries of Joy, sprazzi di grande new wave [3/5]

Machineries of Joy è il quinto album di canzoni (escludiamo le soundtrack) dei British Sea Power, gruppo di Brighton fieramente indie, talmente indie che il loro avvicinamento a sonorità di più facile ed universale fruizione ha fatto un po' storcere il naso agli "estremisti" del mondo indie.
Machineries of Joy è un disco malinconico e soffuso come solo la musica inglese (gallese, per la precisione) sa essere. O perlomeno è un disco parzialmente malinconico, purtroppo.