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Carmen Consoli: Elettra, pacata e noiosa

By martchelo on mercoledì, dicembre 23, 2009


Bella cosa la maturità, l'equilibrio, la pacatezza: col passare degli anni il furore si fa saggezza, l'energia muta in pazienza. E Carmen Consoli è la piena dimostrazione di queste 2 righe dense di ovvietà.
Già.
Purtroppo.
Sarò breve: Elettra, settimo album di Carmen Consoli, è di una noia mortale, a una ballata ne segue un'altra, ogni volta più lenta, sofferta e menosa. Carmen fa sfoggio di una classe indiscutibile e di uno stile unico e imitatissimo, la sua scrittura è sempre elegante e si avvale di collaborazioni di grandissimo livello (su tutte il Maestro, Franco Battiato, nel brano Marie Ti Amiamo, uno dei migliori), gli arrangiamenti sono curati, i suoni oggettivamenti belli. Ma, come ho già avuto modo di scrivere a proposito del singolo Non Molto Lontano Da Qui, Carmen Consoli ha perso completamente la sua energia, ha venduto, affittato, dato in leasing o quant'altro la sua anima rock per intraprendere questo lungo viaggio nella tradizione musicale italiana, alla riscoperta delle sue radici musicali.
Speriamo che questo viaggio finisca presto.
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Dead Man's Bones [3/5] Ryan Gosling e una magica inquietudine

By martchelo on mercoledì, dicembre 23, 2009

I Dead Man's Bones (le ossa del morto, questo l'allegro nome scelto dall'attore Ryan Gosling e dal suo amico Zach Shields per la band...) non promettono allegria e spensieratezza ne' facile ascolto. Il nome di un gruppo è spesso evocativo della musica che produce ed in questo caso ciò è parzialmente vero. I Dead Man's Bones suonano una musica magica, sospesa tra luce ed ombra in una dimensione onirica.
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The Raconteurs - Consolers of the Lonely, ancora grandi [4/5]

By martchelo on venerdì, dicembre 18, 2009

Consolers of the Lonely è secondo album di Jack White, Brendan Benson e soci: il side-project Raconteurs arriva al classico appuntamento-svolta, quel fatidico momento in cui replicare un successo può rappresentare una prova troppo difficile. Se ciò è vero per la massa, di certo non vale per i fuoriclasse: e Jack White lo è talmente da trascinare con sè i suoi ottimi soci.
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Franco Battiato: Inneres Auge, l'invettiva prevale sull'ispirazione

By martchelo on giovedì, dicembre 10, 2009


Criticare il Maestro non è una bella cosa e quindi mi guarderò bene dal farlo. Tuttavia nel caso di Inneres Auge (Il tutto è più della somma delle sue parti) è difficile abbondare con gli elogi o essere entusiasti. Franco Battiato è un'artista straordinario, con un eccezionale talento melodico, capace di uno stile inconfondibile e alla costante ricerca di nuove forme d'espressione.
Perlomeno fino ad oggi. Inneres Auge, suo ultimo lavoro, per una volta non mostra un'evoluzione, un nuovo percorso. In quest'album l'invettiva prevale sull'ispirazione, la consuetudine sulla sperimentazione e più in generale la creatività, in genere, latita. I brani di Inneres Auge sono in parte nuove composizioni e in parte vecchi brani più o meno noti ri-cantati e ri-arrangiati per l'occasione. Il pezzo più significativo è la title-track Inneres Auge, per quanto funestata dall'utilizzo del vocoder e un po' scontata nei contenuti.
Il risultato finale non può essere definito spiacevole, Franco Battiato non ha certo smarrito classe e gusto, però, da fan quale sono, non posso non essere parzialmente deluso da un lavoro minore e poco ispirato.
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EELS - Blinking Lights and Other Revelations, pura magia [4/5]

By martchelo on venerdì, dicembre 04, 2009

Se devo scegliere un album degli EELS non ho dubbi, scelgo Blinking Lights and Other Revelations. Sesto album della band (che in realtà è composta da un solo elemento, Mark Oliver Everett, anche detto E.), pubblicato a 2 anni di distanza dall'eccellente Shootenanny!, Blinking Lights racchiude in se' tutto il meglio del mondo degli EELS.
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The Killers: Day & Age è di nuovo Glamorous Indie Rock&Roll

By martchelo on martedì, dicembre 01, 2009


Non so spiegare perchè, ma io ho una mia idea fissa su come dovrebbe essere titolato un album. Il caso peggiore è quello in cui il titolo dell'album è anche il titolo di una canzone: se poi la canzone in questione fosse il singolo allora tira aria di bidone. Il caso migliore è quello in cui il titolo dell'album viene citato all'interno di una canzone: se non si tratta del ritornello e se la canzone non è il primo singolo allora il titolo è davvero perfetto! Day & Age, terzo album di inediti dei Killers, ha il merito (per me e non molti altri al mondo mi sa) di ricadere appieno nella casistica migliore: Day & Age compare infatti quasi distrattamente nella strofa di The World We Live In, terzo singolo estratto dall'album.
Fatto salva questa futile premessa, dico subito che con Day & Age i Killers chiariscono che Sawdust, la raccolta di b-side e inediti pubblicata dopo Sam's Town, è stato un passo falso e non il sintomo di una crisi. Che le cose si mettessero al meglio lo si era capito subito: Human, il primo singolo, volenti o nolenti l'avete sentito tutti ed è un gran pezzo, in perfetto stile Killers, epico orecchiabile, malinconico, vagamente indie. Lo stesso si può dire dell'intero Day & Age, un album che ripropone il sound dei Killers al loro meglio, ricco delle loro tipiche armonie, dello stile vocale di Brandon Flowers e di una scaletta di pezzi davvero invidiabile. Nulla di nuovo sotto il sole in un certo senso, ma il Glamorous Indie Rock&Roll dei Killers è tornato alla grande.
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