Quarto album per gli Antlers, band di Brooklyn guidata da Peter Silberman. Ho letto un gran bene di Hospice, il loro lavoro precedente (che dovrò ascoltare) e mi sono quindi approcciato con la dovuta curiosità a Burst Apart.
Il sound degli Antlers è ovattato, un indie-rock sfumato, contaminato di dream-pop, evocatore di lentezza più che veicolatore di energia.
Burst Apart non è un album trascinante, è piacevole, rilassante e morbido. Gli Antlers mi ricordano tantissimo il lato più intimista dei Portugal. The Man (che ritengo superiore come gruppo) sia per i suoni che per lo stile vocale. Le canzoni seguono fedelmente l'approccio malinconico e d'atmosfera che permea tutto l'album, non sorprendono per genio melodico o capacità di osare: insomma la scrittura dei brani è molto normale.
Burst Apart è un album piacevole, gli Antlers una band in grado di offrire musica di buona qualità anche se innocua e un po' insapore. I don't want love però è un gran pezzo.
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Il sound degli Antlers è ovattato, un indie-rock sfumato, contaminato di dream-pop, evocatore di lentezza più che veicolatore di energia.
Burst Apart non è un album trascinante, è piacevole, rilassante e morbido. Gli Antlers mi ricordano tantissimo il lato più intimista dei Portugal. The Man (che ritengo superiore come gruppo) sia per i suoni che per lo stile vocale. Le canzoni seguono fedelmente l'approccio malinconico e d'atmosfera che permea tutto l'album, non sorprendono per genio melodico o capacità di osare: insomma la scrittura dei brani è molto normale.
Burst Apart è un album piacevole, gli Antlers una band in grado di offrire musica di buona qualità anche se innocua e un po' insapore. I don't want love però è un gran pezzo.