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Da Nick Cave a Grinderman (e penso valga anche per il futuro): non ce la farò mai

By martchelo on lunedì, febbraio 07, 2011

Chi sono io per discutere Nick Cave? Voglio dire, stiamo parlando di un grande della musica non-mainstream degli ultimi 30 anni, amato da schiere di appassionati e coccolato da blogger e giornalisti musicali. Io, periodicamente, mi applico all'ascolto delle produzioni di Nick, armato di ottime intenzioni, scevro da preguidizi, anzi addirittura ben disposto perchè a furia di leggere recensioni largamente positive mi convinco, ogni volta, di aver preso un abbaglio: se questa volta l'ascolterò bene, mi dico, lo amerò, è così chiaro che mi sono sbagliato sino ad ora.

E così stavolta ci ho provato con Grinderman, il side-project di Nick Cave (side fino a un certo punto, alla fine è sempre lui con un pezzo dei Bad Seeds...), e coi relativi 2 album dai fantasiosi nomi: Grinderman e Grinderman 2 (con un po' di approssimazione mi permetto di accorpare i 2 lavori). Sulla carta ci siamo: prendete il talento autoriale di Nick e collocatelo in un contesto rock e disimpegnato. La sua proverbiale pesantezza mitigata dall'energia rock, una formula vincente.
Si.
Sulla carta.
Mi spiace ma io non ce la faccio. Neanche coi Grinderman. Di base a me non piace per nulla come canta Nick Cave, trovo il suo stile canoro del tutto privo di dinamica, piatto e pochissimo rock. E il mio problema si estende anche alla scrittura: per quanto lui si sforzi (coi Grinderman) di essere "leggero" io lo trovo quasi sempre molto molto pesante, greve, a tratti noioso.
Ora, giusto per correggere il tiro, va detto che non si tratta di brutta musica. Il sound è buono, le canzoni hanno indiscutibilmente degli spunti interessanti, c'è sostanza e posso capire che tutto ciò possa piacere. Ma purtroppo non a me e oramai ho capito che non mi redimerò mai. Compiangetemi pure: Mickey Mouse And The Goodbye Man.

 
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