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Black Francis & Reid Paley - Paley & Francis [2/5]

By martchelo on giovedì, maggio 24, 2012

Paley & Francis (album cover)
Ma benedetto il mio adorato ciccione, perché mi fai disperare così? Tu, leader dei Pixies, band fondamentale di cui non sto a ricordare le gesta, tu enorme talento melodico, tu scrittore di canzoni clamorose, tu capace di cantare il rock come nessun altro.
Dunque tu Charles Michael Kittridge Thompson IV aka Black Francis aka Frank Black, perchè non provi a risolvere questo tuo annoso problema, la terribile incontinenza musicale?

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Elliott Brood - Days Into Years [4/5]

By martchelo on martedì, maggio 22, 2012

Elliott Brood - Days Into Years (album cover)
Sto seriamente pensando di chiedere la cittadinanza Canadese. E visto che probabilmente me la negheranno ripiegherò su una vacanza in questa terra magica. Magica oh yes, perchè un qualche tipo di incantesimo deve pur esserci in queste terre nord americane, altrimenti non saprei come spiegare la prolificità musicale del Canada negli ultimi 10 anni.

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Pontiak - Echo Ono [1/5]

By martchelo on lunedì, maggio 14, 2012

Pontiak - Echo Ono (album cover)
I Pontiak, 3 fratelli della Virginia che suonano un rock psichedelico che in rete non è passato inosservato. Giunti con Echo Ono alla nona pubblicazione fra album ed EP (9 in 7 anni, troppe, hanno molto tempo libero questi ragazzi...) i Carney Brothers suonano una musica antica, citazionista come poche altre. Ma anche come accade a tante altre band dei giorni nostri, dai Wolfmother ai Black Mountain a mille altri.
Il tam tam degli addetti ai lavori sottolinea la straordinarietà dei Pontiak, sorta di reliquia vivente dei bei tempi che furono. Io lo confermo in pieno, ma trovo che tutto questo sia un limite enorme di questa band, non un pregio. Va bene che citare gli anni 60 e 70 è praticamente un obbligo per chi suona rock psichedelico ma un conto è suonare musica dei giorni nostri ricca di riferimenti, un altro è rimanere praticamente ibernati, come se non fossero passati 50 anni, restando ancorati a stilemi e sonorità sorpassati in tutto e per tutto.
Mi spiace ma per me questo è un disco da evitare, da lasciare ai nostalgici (vade retro!): time goes by, bisogna evolversi conoscendo il passato ma guardando al futuro. E questo non mi sembra il caso dei Pontiak, sorry guys.
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Blood Red Shoes - In Time To Voices [4/5]

By martchelo on venerdì, maggio 04, 2012

I Blood Red Shoes sono un gruppo meritevole di grande attenzione da parte degli amanti del rock. Di quello vero, diretto, semplice (che non vuol dire stupido, per la cronaca). Il duo britannico con In Time To Voices giunge al terzo album nell'arco di 5 anni, un ritmo sensato che gli ha permesso di evitare l'eccesso di produzione così come le secche della mancanza di ispirazione. Ma a colpirmi maggiormente nel percorso di Steven Ansell e Laura-Mary Carter è la parabola ascendente, l'evidente evoluzione e la loro crescita musicale. Per intendersi ritengo Box of Secrets, il loro primo album, il lavoro meno interessante quanto invece In Time To Voices risulta essere il più ricco e profondo. Di norma assistiamo invece a un fiorire di band che fanno subito il botto per poi appassire di album in album.
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