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The Killers - Sawdust, un mezzo passo falso

By martchelo on venerdì, ottobre 30, 2009


Il terzo album dei Killers non è il loro terzo album. Ovvero, per quanto ciò possa essere sorprendente, un anno dopo Sam's Town la band di Brandon Flowers mette in commercio Sawdust, una raccolta di b-side, cover, versioni alternative di brani già pubblicati e qualche inedito. L'operazione è davvero bizzarra, la band ha pubblicato solo due album, pare davvero un po' presto per sfornare una raccolta di inediti. Anche perchè gli inediti sono, in buona sostanza, canzoni scartate dalle scalette di Hot Fuss e Sam's Town, quindi non proprio prime scelte. Ma è un po' tutto l'album a dare la sensazione di essere un B-side, dall'inedito Tranquilize cantato assieme a Lou Reed alla cover di Romeo and Juliet dei Dire Straits. Non si tratta di un lavoro scadente, però è materiale per i fan, per chi vuole avere tutto anche se il livello qualitativo non è al massimo. La sufficienza i Killers la strappano comunque, il loro sound (per quanto molto eterogeneo in questo album) è sempre pieno di groove e lo stile canoro di Brandon Flowers è comunque una garanzia.
Trovare una canzone da consigliare non è facilissimo, però Where The White Boys Dance ha il suo perchè.
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Pixies - Come on Pilgrim, Levitate us! [4/5]

By martchelo on mercoledì, ottobre 28, 2009

Come on Pilgrim è l'EP con cui i Pixies esordirono nel lontano 1987, pienissimi anni ottanta. In quegli splendidi anni di plastica serviva una scossa, un moto viscerale che sovvertisse l'ordine artefatto delle cose, zero-look al posto di look improbabili, capelli a caso invece che cotonati, urla disumane invece di voci fredde e impersonali.
I Pixies registrarono questo EP per presentare se' stessi alle case discografiche e mostrare un modo diverso di fare e pensare la musica.
Black Francis, Joey Santiago, Kim Deal e David Lovering stavano per cambiare per sempre la storia della musica Indie.
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The Killers - Sam's Town, la seconda è buona

By martchelo on martedì, ottobre 27, 2009


Il secondo album, si sa, è difficile, in particolar modo se il primo, Hot Fuss nel caso dei Killers, è stato un successo. Nel 2006 l'uscita di Sam's Town, seconda fatica dei Killers, era attesa dai fan con curiosità e ovvia preoccupazione: visto che di questi tempi tante band durano a malapena un album, non è che accadrà anche a loro?
NO.
Sam's Town è un ottimo album, una conferma a tutti gli effetti di quanto avevamo apprezzato in Hot Fuss. I Killers dimostrano di essere una vera band, di avere un'identità certa e uno spessore musicale significativo. La linea stilistica è all'insegna della continuità col primo album, ritroviamo sonorità molto simili con forse una spinta un po' più rock. La vena creativa è sempre ricca di idee, le belle canzoni non mancano e alcune toccano vette significative: Read My Mind è in assoluto una delle canzoni dei Killers che preferisco. Nel complesso l'album non raggiunge forse Hot Fuss come livello complessivo ma di certo non delude e conferma la qualità dei Killers.
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Nine Inch Nails - The Downward Spiral è un capolavoro [5/5]

By martchelo on lunedì, ottobre 26, 2009

Trent Reznor è un fottuto genio. Se Manta Ray fosse un film americano doppiato alla bell'e meglio scriverei proprio così. Ma visto che di americano qui c'è solo la musica vedo di lasciar da parte queste espressioni e di andare al dunque: The Downward Spiral è l'indiscusso e indiscutibile capolavoro dei Nine Inch Nails.
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Lenny Kravitz vuole collaborare con Jack White: speriamo di no!

By martchelo on venerdì, ottobre 23, 2009


Lenny Kravitz è un'artista di indubbio successo, ha venduto non-so-quanti-milioni di copie dei suoi album ed è una star di fama mondiale. Buona parte del suo successo è dovuta alla totale innocuità della sua musica. Non lasciatevi ingannare dal (curatissimo) look da rocker trasandato e maledetto: Lenny Kravitz suona un rock per famiglie, buona parte delle sue canzoni sembrano (ma non sono...) cover di qualche vecchio brano rock, piace e rassicura un po' tutti.
Insomma siamo di fronte a un buon interprete di cose già sentite, cui aggiunge veramente pochino e sempre senza osare andare un metro più in là della normalità.
In una recente intervista Lenny ha manifestato il desiderio di collaborare con Jack White, cui lo accomunano la passione per la musica rock che fu e le radici blues. SACRILEGIO! Jack White viaggia su un livello del tutto diverso: lui ha assorbito le radici blues e  il rock anni 60-70 e li ha reinventati facendoli diventare cosa sua, ha composto pezzi incredibili, ha dato vita a formazioni musicali molto diverse (The White Stripes, The Raconteurs, The Dead Weather) e sempre all'insegna di una verve creativa eccellente.
Insomma Jack White e Lenny Kravitz in comune non hanno proprio nulla, se non una certa arguzia nel marketing. Speriamo non se ne faccia nulla...
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Nine Inch Nails - Pretty Hate Machine, un manifesto d'intenti [3/5]

By martchelo on giovedì, ottobre 22, 2009

I Nine Inch Nails esordirono 20 anni fa (sic!), nel 1989 con Pretty Hate Machine, un album indipendente che si fece subito notare per la sua diversità. Gli anni ottanta si stavano chiudendo lasciandosi alle spalle tonnellate di musica elettronica non sempre di grande qualità e profondità ma indubbiamente sintomo di una scena musicale creativa e vitale.
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Queens of the Stone Age - Songs for the Deaf, un album fondamentale [giudizio: 5/5]

By martchelo on mercoledì, ottobre 21, 2009

I Queens of The Stone Age (per gli amici QOTSA) sono un gruppo fondamentale. Songs for the Deaf è un album fondamentale. Potrei anche concluderlo così questo post, evitando di addentrarmi nei dettagli della band di Josh Homme e dei suoi mille compagni di viaggio (Nick Olivieri, Dave Grohl, Mark Lanegan ecc...).
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The White Stripes - Get Behind Me Satan [4/5] non è una chitarra elettrica a fare il rock

By martchelo on martedì, ottobre 20, 2009

Get Behind Me Satan è l'album più controverso dei White Stripes. Uscito nel 2005, è il loro quinto lavoro in studio e rappresenta un punto di discontinuità nella loro produzione artistica.
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I Pink Floyd reinterpretati dai Flaming Lips: che ne sarà di The Dark Side of the Moon?

By martchelo on lunedì, ottobre 19, 2009

I Flaming Lips sono uno di quei gruppi che godono di una solidissima fama indie e di riscontri altalenanti presso il grande pubblico. Stravaganti, incostanti, mutanti: ogni loro disco esplora territori differenti sperimentando sonorità sempre diverse. Secondo me in loro la varietà è superiore alla qualità e spesso la ricerca dell'originalità a ogni costo ne ha appesantito gli album.
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Editors - In This Light and On This Evening, la svolta elettronica

By martchelo on sabato, ottobre 17, 2009

Gli Editors sono uno dei pochi gruppi dell'attuale scena musicale che è arrivato al terzo album in crescendo. Se The Back Room era stato un esordio promettente, An End Has a Start aveva mantenuto tutte le promesse aggiungendo anche qualcosa in più. E' logico che il loro terzo lavoro, In This Light and On This Evening, fosse molto atteso dal pubblico e ponesse i quattro inglesi di fronte a scelte non banali. Proseguire nella direzione tracciata dal successo del secondo album oppure cambiare? Inseguire le hit parade imitando se' stessi o seguire un percorso artistico a prescindere dalle potenzialità di successo commerciale?
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Wolfmother - New Moon Rising è il primo singolo tratto da Cosmic Egg

By martchelo on giovedì, ottobre 15, 2009


Gli australiani Wolfmother si fecero notare nel 2005, quando pubblicarono un ottimo album dal titolo omonimo. La formula del quartetto guidato da Andrew Stockdale è piuttosto semplice: prendiamo i Led Zeppelin e qualcos'altro della musica hard rock anni '70 e reinterpretiamolo con gusto e sonorità attuali, il tutto condito da un look decisamente kitsch. Insomma c'erano tutte le promesse per un'inutile bidonata e invece i Wolfmother miscelarono con cura, gusto (!?) e talento gli ingredienti riuscendo a sfornare un notevole cd d'esordio. Ne seguì un silenzio lungo e sorprendente, visti gli ottimi riscontri ricevuti.
Ora finalmente la band torna alla ribalta, dopo aver cambiato due dei quattro componenti, con un nuovo album, Cosmic Egg, in vendita dal 27 ottobre. L'uscita del cd è preceduta dal singolo New Moon Rising che ho ascoltato con curiosità. Ho ritrovato i Wolfmother dove li avevo lasciati, stesso stile, stesso sound, diciamo molto coerenti con se' stessi. La canzone è buona anche se non mi entusiasma, la mancanza dell'effetto novità la penalizza almeno in parte. Riguardo all'album mi aspetto che anch'esso sarà all'insegna della continuità: lo ascolterò con attenzione, perchè l'equilibrio che ha fatto di Wolfmother un successo era  delicato, chissà se riusciranno a ripetere la mirabile opera.
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Bob Dylan e le strenne natalizie - Christmas in the Heart [2/5]

By martchelo on mercoledì, ottobre 14, 2009

Se c'è una cosa che (musicalmente) non ho mai sopportato sono i dischi natalizi. Normalmente si tratta di squallide operazioni commerciali che assemblano insulse interpretazioni delle solite canzoni da albero di Natale. Per capirsi, i primi due nomi che mi vengono in mente e che associo subito al filone disco-pacco-per-famiglie sono l'ex ricciolone Michael Bolton (AAAHHH) e Mariah Carey (doppio AAHHH). A far da contraltare al mio parere ci sono gli strepitosi dati di vendita, ma questa è un'altra storia...
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The Decemberists - The Hazards of Love, un album quasi perfetto [4/5]

By martchelo on martedì, ottobre 13, 2009

Gli album dei Decemberists mi sono sempre piaciuti. Il loro sound è unico, immediatamente riconoscibile. Forse fin troppo, ad essere sinceri, tanto che fatico un po' a distinguere un album dall'altro. I quattro lavori pubblicati tra il 2002 e il 2006 sono infatti piuttosto simili, con una punta d'eccellenza toccata con Picaresque. I quattro ragazzi di Portland guidati dall'inconfondibile voce di Colin Meloy, suonano una personale miscela che definirei indie-folk (ammesso che questa definizione abbia un senso...) venata di rock e con qualche momento teatrale, direi quasi brechtiano (ooohhh, è una vita che sognavo di scrivere "brechtiano", ora che l'ho fatto mi sento meglio).
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Michael Jackson - This is it, il trionfo (dello sfruttamento commerciale)

By martchelo on lunedì, ottobre 12, 2009

Michael Jackson è morto il 25 giugno 2009. Dal giorno successivo è cominciata una delle maggiori offensive commercial-musicali della storia: tralasciando l'agghiacciante funerale-show si è passati dalla ovvia raccolta del meglio della sua carriera al film (da record della galassia di velocità!), dai dvd al musical itinerante con un esercito di cloni (magari già in allenamento da qualche anno...) pronti a replicare le gesta del fu-Michael.
Ad oggi mancava l'inedito: questa grave lacuna è stata prontamente colmata. This is it è il singolo postumo che il Re del Pop (...) ci ha lasciati. E' brutto scrivere di chi ci ha lasciati da poco però preferisco essere onesto: il mito di Michael Jackson, da molti anni, si nutriva solo di passato (musicale) e scandali (giudiziari e non). Come autore e cantante non aveva più nulla da dire, e forse non ne aveva nemmeno voglia. This is it ne è una conferma, impersonale e scialbetta, non aggiunge nulla a quanto conoscevamo di Michael Jackson, semmai acuisce la malinconia e il senso di nausea provocati da queste ciniche operazioni commerciali. Se siete curiosi potete ascoltare This is it in streaming su www.michaeljackson.com. Beat it!
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The xx, una sera d'inverno, sul divano [4/5]

By martchelo on domenica, ottobre 11, 2009

The xx è una band di quattro 20enni che suonano in decisa contro-tendenza rispetto a quanto va per la maggiore tra i loro coetanei. A onor del vero mi sono piuttosto sospreso quando ne ho scoperto l'età: l'album sembra suonato da musicisti ben più maturi: posato, misurato, morbidamente lento, The xx è il loro omonimo esordio.
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MGMT - Oracular è Spectacular [4/5]

By martchelo on giovedì, ottobre 08, 2009

I MGMT (contrazione del nome originario, Management) sono un duo americano che esordì nel 2005 con un EP successivamente mutato in album, Climbing to New Lows. Si trattava di un lavoro acerbo ed esplorativo che come tale andrebbe considerato e di conseguenza archiviato.
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Dai Rolling Stones a Battiato, Ruby Tuesday brilla sempre di più

By martchelo on mercoledì, ottobre 07, 2009


I Rolling Stones sono probabilmente il gruppo più sopravvalutato della storia della musica rock. Non intendo parlare di loro in questo post nè addentrarmi nella tediosa, quanto assurda, querelle che li vede sempre confrontati coi Beatles: non scherziamo, è come paragonare un madonnaro a Picasso. Bando alle ciance, le quattro pietre rotolanti hanno però composto un pugno di belle canzoni. Una di queste è Ruby Tuesday, la cui paternità è peraltro incerta.
L'incisione originale dei Rolling Stones è buona, la canzone ebbe infatti subito un buon successo forte della magica melodia del ritornello e della semplicità della strofa. Però l'ascolto lascia un retrogusto indecifrabile, c'è un chè di irrisolto, qualcosa che avrebbe potuto essere ma che non è stato. E' forse il canto privo di sfumature (e intonato così così) di Mick Jagger, è forse l'assenza di cura dei dettagli, l'arrangiamento apparentemente frettoloso o, più in generale, la limitata gamma espressiva del gruppo.
Sarà forse per tutti questi motivi che sono state eseguite molte cover di questa canzone. Fra queste vi consiglio l'ascolto della versione di Battiato: se riuscite a non soffermarvi sulla discutibile pronuncia inglese del Maestro non potrete non restare ammirati dall'atmosfera magica che è riuscito a dare a Ruby Tuesday, finalmente resa al massimo delle sue potenzialità.
"Good bye Ruby Tuesday, Who could hang a name on you?"
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The Killers - Hot Fuss, un grande inizio

By martchelo on sabato, ottobre 03, 2009


I Killers, come ci ricorda il nostro consulente Wiki Pedia, nacquero nel 2003. Un anno dopo pubblicarono il loro album d'esordio, Hot Fuss. E non passarono inosservati.
Hot Fuss è un album ricco di belle canzoni e sorprendentemente maturo sotto molti aspetti: il sound della band è pieno e completo, lo stile ben definito e consapevole, lo sguardo musicale personale ma, come d'obbligo, ricco di citazioni e rimandi.
Un altro straordinario (per me) pregio di Hot Fuss è quello di contenere un pezzo, Glamorous Indie Rock&Roll, che mi leva il probema di definire il genere musicale suonato dai Killers: questo titolo è perfetto, li identifica senza dubbio alcuno. I 4 di Las Vegas camminano sull'esile confine tra indie e mainstream, sull'essere un fenomeno alternativo alla musica di massa e al contempo avere un successo planetario. Per quanto il rischio di avere poco successo o, ancor più, di perdere credibilità (per moderare il linguaggio ho preferito non scrivere "sputtanarsi" ... ooops!) presso i proprio fan sia concreto e sempre dietro l'angolo, Hot Fuss supera alla grande queste difficoltà. Orecchiabile ma non banale, originale ma di facile ascolto questo album miscela perfettamente le anime indie-pop-rock-new wave dei Killers e non ha veri punti deboli se non un paio di brani minori.
Consiglio d'ascolto? Somebody Told Me, rende al 100% lo spirito di Hot Fuss.
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