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Nine Inch Nails - Pretty Hate Machine, un manifesto d'intenti [3/5]

By martchelo on giovedì, ottobre 22, 2009

I Nine Inch Nails esordirono 20 anni fa (sic!), nel 1989 con Pretty Hate Machine, un album indipendente che si fece subito notare per la sua diversità. Gli anni ottanta si stavano chiudendo lasciandosi alle spalle tonnellate di musica elettronica non sempre di grande qualità e profondità ma indubbiamente sintomo di una scena musicale creativa e vitale.
Cosa ne sarebbe stato della musica elettronica negli anni successivi non era certo noto, a parte il ritorno di interesse verso i suoni "tradizionali" che già si registrava. I Nine Inch Nails, ovvero Trent Reznor, con Pretty Hate Machine gettarono le basi evolutive della musica elettronica, in particolar modo del genere definito industrial. Pretty Hate Machine non è un grande album. E' un buon album di premesse, di potenzialità, è quasi più un manifesto d'intenti che una grande realizzazione degli stessi. Gli spunti interessanti non mancano di certo, la ricchezza e ricercatezza delle sonorità, la contaminazione dei generi (che oramai è la nroma...), la varietà dei timbri espressivi, l'esuberante freschezza creativa per quanto marcatamente dark. Tuttavia talvolta pare che l'amore per i suoni sia maggiore di quello per le canzoni che, a tratti, sembrano essere soprattutto dei contenitori di grandi sonorità.
Non è certo un brutto album, intendiamoci, ma la grandezza dei Nine Inch Nails emergerà come tale  negli anni a venire, attraverso la pubblicazione di almeno un paio di album imperdibili.
Nel frattempo vi consiglio di ascoltare Terrible Lie.

 
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