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White Lies - Ritual, macchè dark, maturità è togliersi la maschera, it's only rock'n'roll [3/5]

By martchelo on giovedì, giugno 30, 2011

Tra non molto ascolterò i White Lies dal vivo, visto che il 5 luglio saranno la band di supporto degli Arcade Fire all'Arena di Milano. Mi sembra giusto quindi prepararmi un po', tanto per godermi maggiormente lo spettacolo. L'album d'esordio dei White Lies, To Lose My Life, non mi aveva convinto. La facciata introspettiva e esistenzialista i White Lies era artefatta e mascherava una natura molto più easy e spensierata.
Lasciate perdere i testi (To Lose My Life appunto...anche se la canzone vale) inutile specchietto per le allodole, a parlare è la musica e non lascia dubbi: i White Lies si collocano tra Editors e Killers, nei paraggi di Glasvegas o Stellastarr*.
Ritual mette in chiaro tutto ciò, ho la sensazione che i White Lies abbiano accettato se stessi e che si propongano in maniera più coerente, per quello che effettivamente sono. Quindi lasciamo stare i Joy Division (che strazio, sempre questo paragone, ma basta!) e godiamoci Ritual come un album di indie-rock, ampiamente influenzato da new wave ed elettronica. Gli ingredienti ai White Lies non fanno difetto, ci sono le sonorità, c'è la voce, ci sono le canzoni: lo svago è assicurato ed è buona musica. Quanto futuro possano avere onestamente non lo so, a me pare che manchi loro qualcosa, assomigliano a tanti e hanno poco (nulla?) di assolutamente originale e personale. Magari mi sbaglio, li valuterò alla prova del palco ma di certo rifuggo l'assurdo (pre)giudizio di Pitchfork: 2,5 su 10 è roba da Gigi d'Alessio, non scherziamo, se i White Lies non avessero avuto il successo (ok, forse eccessivo) che hanno avuto dubito fortemente che il giudizio su di loro sarebbe stato così severo... Strangers

 
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