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Arcade Fire - Suburbs, epica disperazione e un'inedita leggerezza [giudizio: 4/5]

By martchelo on mercoledì, agosto 18, 2010

Se mai nella vita dovesse capitarvi di creare un capolavoro, come capitò agli Arcade Fire con l'album d'esordio Funeral, c'è una cosa che dovete assolutamente evitare: cercare di replicare quella magica formula, tentare di ricreare la naturale perfezione di un momento irripetibile. Se Neon Bible, peraltro ottimo secondo album della band canadese, in parte ha corso questo rischio ciò invece non accade con Suburbs, il loro terzo sospirato album.

Gli Arcade Fire questa volta optano per un approccio più immediato semplificando, almeno un po', i loro ingegnosi arrangiamenti, frutto della ricchezza di una band infinita (7 membri effettivi più altri ospiti). E' anche vero che questi musicisti dipendono in tutto e per tutto da Win Butler e alla moglie Régine Chassagne, leader, menti e voci del gruppo di Montreal. La linea la tracciano loro due (beh, soprattutto Win), gli altri li seguono diligentemente, percorrendo questa volta un terreno più pop-rock, meno epico e assoluto anche se sempre molto personale.
Suburbs è ricco di belle canzoni, di intuizioni melodiche straordinarie ma forse è troppo lungo, c'è qualche brano "normale" che annacqua un po' il risultato complessivo e che impedisce (ahimè) di gridare al capolavoro.
L'epica disperazione degli Arcade Fire però rimane, come brace sotto le ceneri, e Suburbs  è la conferma di un gruppo che dopo 6 anni ha ancora qualcosa da dire e che, come raramente accade, ci fornisce delle certezze: sugli Arcade Fire si può contare. Se non mi credete ascoltate City With No Children.

 
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