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These New Puritans - Hidden, art-rock contro l'omologazione

By martchelo on martedì, aprile 20, 2010

Recensire un disco dei These New Puritans è un problema. Visto che cosa scrivere lo decido io, non saprei spiegare cosa mi ha fatto scegliere di crearmi questo problema. Forse il fatto che non ho mai scritto di un gruppo che suona art-rock. Forse perchè l'art-rock non saprei bene dire cosa sia e dunque mi affascina.
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The Decemeberists - Picaresque, indie-folk teatrale ed ispirato [3/5]

By martchelo on mercoledì, aprile 14, 2010

I Decemberists, nati nel 2000 negli States, sono una band abbastanza prolifica. Nel 2002 pubblicarono Castaways and Cutouts, loro album di debutto e tre anni più tardi diedero vita al loro terzo lavoro: Picaresque.
Il folk teatrale (brechtiano?) che ha caratterizzato la prima parte della loro carriera giunge con questo album al suo massimo livello, ispirato e profondo senza mai essere noioso o di maniera.
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The Kills - Midnight Boom, 2 anime e una drum machine

By martchelo on mercoledì, aprile 07, 2010

Uno dei filoni più interessanti della musica è la ricerca dell'essenza, di cuore e sostanza della musica eliminando tutto ciò che è superfluo. Se i massimi esponenti contemporanei di questa tendenza, nel mondo indie, sono i White Stripes, non mancano certo altri gruppi impegnati in modo analogo.

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The National - Sad Songs for Dirty Lovers, premesse per un grande futuro

By martchelo on martedì, aprile 06, 2010

E' bellissimo poter vaticinare il futuro quando già lo si conosce. Il futuro dei National è in parte passato visto che dalla pubblicazione di Sad Songs for Dirty Lovers sono passati 7 anni e 2 album eccellenti: Boxer e Alligator.
Sad Songs for Dirty Lovers è il secondo album della band di Matt Berninger, il primo prodotto da Peter Katis, deus ex-machina dei lavori successivi. Questo album peraltro è una sorta di prova generale, un abbozzo di quello che accadrà. L'indie-folk elegantissimo che caratterizzerà la band nel prossimo futuro qui risulta meno pulito ed equilibrato, a tratti (addirittura!) gridato, a tratti fin troppo morbido. Non si tratta di un alvoro scadente, questo no, però è un album di premesse, di idee acerbe frutto di una personalità musicale in formazione.
I National devono il loro successo a equilibri raffinati, al dosaggio straordinario di un numero ridotto di ingredienti. In Sad Songs for Dirty Lovers c'è qualche ingrediente di troppo, dosato a tratti in maniera eccellente, a tratti con imprecisione. Se avete amato Alligator o Boxer questo album vi risulterà gradevole, ma se non conoscete i National vi consiglio di orientarvi sugli album successivi. Certo, qualche grande canzone la troverete anche qui, come Cardinal Song ad esempio.
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Frightened Rabbit - The Winter of Mixed Drinks, un buon indie-folk [3/5]

By martchelo on martedì, marzo 30, 2010

Il Coniglio Spaventato nasce in Scozia nel 2003. Dopo aver esordito nel 2006 con un'etichetta locale che produsse Sing The Greys i Frightened Rabbit passarono l'oceano nel 2008 per registrare The Midnight Organ Fight, album che diede loro un minimo di notorietà nel mondo indie e che gli consenti di andare in tour come supporter dei Death Cab for Cutie. Il successivo live Quietly Now! è un piccolo mistero, evidentemente non vedevano l'ora di pubblicare un album dal vivo.
The Winter of Mixed Drinks è il terzo album in studio dei Frightened Rabbit, il (riuscito) tentativo di fare un ulteriore salto di qualità. La band di Scott Hutchison propone un indie-folk che non disdegna il rock e mostra venature country. Qualcosa dei Wilco, un po' di National, una spruzzata di Okkervil River: i Frightened Rabbit ricordano molte band, hanno un'identità musicale definita anche se non troppo personale. Ai Frightened Rabbit però non mancano talento, gusto e capacità di scrittura, The Winter of Mixed Drinks è un bell'album, merita l'ascolto. E chissà che tra un po' saranno altri gruppi ad essere paragonati a loro ... Swim Until You Cant See Land
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The National - Boxer, un album splendido

By martchelo on giovedì, marzo 25, 2010

Ci sono gruppi (pochi) il cui percorso artistico è un progredire continuo, una crescita graduale e senza soluzione di continuità. I National ne rappresentano uno dei rari esempi, circondati da gruppi che si fanno notare con esordi brillanti per poi sparire già col secondo album.
Boxer è il quinto lavoro dei National e arriva dopo l'eccellente Alligator. L'immancabile paragone con l'album precedente ha fatto crescere le aspettative e complicato (in teoria) il lavoro della band: a giudicare dai risultati è stato invece solo uno stimolo per i 5 americani guidati da Matt Berninger.
Boxer è l'apice (finora) della carriera dei National, un album splendido in cui il loro discorso musicale giunge a pieno compimento, l'apparente semplicità dei loro pezzi valorizza con pienezza le mille sfumature folk, rock, pop, indie solo per citarne alcune. L'energia sottotraccia dei National scalda il cuore e la voce di Matt Berninger ne è l'emblema: intensa, vera, profonda ma anche leggera e godibile. Se non si fosse per caso capito quest'album lo consiglio caldamente, a partire da quella che forse è la loro canzone migliore, Mistaken for Stranger.
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Stereophonics - Keep Calm and Carry On, piacevolmente già sentito

By martchelo on mercoledì, marzo 24, 2010

Gli Stereophonics, band gallese formatasi nel 1992, giungono al loro settimo album: Keep Calm and Carry On. Per capire questo album sarebbe meglio conoscere quelli precedenti e (mannagg'!) mi accorgo di non aver mai scritto nulla su di loro. Rimedierò a questa (grave?) mancanza, per ora vi basti sapere che ritengo You Gotta Go There to Come Back il loro miglior album ad oggi.
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MGMT - Flash Delirium, primo singolo estratto da Congratulations

By martchelo on giovedì, marzo 18, 2010

Tornano i MGMT dopo il successo ottenuto tre anni fa col loro primo album, Oracular Spectacular. Congratulations uscirà in Aprile e , in questi giorni, viene anticipato dall'uscita del primo singolo, Flash Delirium. Ho ascoltato questa canzone con grande curiosità visto che avevo molto apprezzato Oracular Spectacular. E anche con un po' di prevenzione a dire il vero, perchè 3 anni di attesa per pubblicare il secondo album sono veramente molti per una band giovanissima e quindi, teoricamente, in pieno fermento creativo.
Flash Delirium è una canzone carina anche se, come accade a molti, i MGMT lasciano da parte l'immediatezza esplosiva del primo album per fare spazio a una formula più cerebrale e ricercata, nonchè esageratamente psichedelica. Flash Delirium è fin troppo strutturata e prodotta, cita troppo gli anni 70 e, insomma, mi sembra che i MGMT stavolta abbiano fatto un po' di casino tanto che alla fine questa canzone fa venire pure mal di testa. Vedremo come sarà Congratulations, ma già tremo...
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Pixies - Doolittle, imperdibile capolavoro Indie Rock [5/5]

By martchelo on mercoledì, marzo 17, 2010

Nel 1989 i Pixies pubblicano il loro secondo album, Doolittle. I 4 di Boston si trovano di fronte a una situazione di non facile gestione, Surfer Rosa, l'album precedente, aveva raccolto consensi clamorosi da parte della stampa specializzata ma aveva anche ottenuto scarsi riscontri commerciali. Ignari del fatto che questo sarà il destino di tutta la loro carriera musicale, Black Francis e soci cercarono con Doolittle di trovare quella sintesi che consentisse loro di non perdere nulla del loro spessore creativo guadagnando però qualche consenso commerciale in più.

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Stellastarr - un esordio promettente

By martchelo on martedì, marzo 16, 2010


Nel 2003, tre anni dopo essersi formati gli Stellastarr* esordiscono con l'omonimo album di debutto. La band di Shawn Christensen propone una miscela tipicamente indie-rock con non poche venature new wave, soprattutto nello stile canoro del suo leader. Shawn Christensen, anima degli Stellastarr*, ha un timbro basso e uno stile freddo che non può non richiamare alla mente il sound della new wave inglese (degli Human League, ad esempio).
La band di New York in questo primo lavoro esibisce un suono più grezzo rispetto a quello degli album successivi con evidenti, anche se secondarie, influenze garage e complessivamente ancora parzialmente indefinito. Tra echi punk e influenze grunge (do you remember?) l'album si fa apprezzare per la vivacità e l'energia accompagnate da una scrittura magari non sconvolgente in quanto ad originalità ma sempre efficace.
Una qualche eco ebbe a suo tempo il singolo My Coco, se non lo conoscete è un'ottima vetrina dei primi Stellastarr*.
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