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Real Estate - Atlas, il dream-pop affonda nella noia [2/5]

By martchelo on mercoledì, marzo 05, 2014

Sono anni che leggo recensioni molto positive degli album dei Real Estate.  Questa volta tocca ad Atlas, recensito con un roboante 8.8 dalla bibbia indie, l'ottimo (di solito) Pitchfork. E al di là di Pitchfork trovare recensioni negative di questo album è quasi impossibile. Dunque il problema siamo io e i miei ascolti passati. Forse.

In successione ecco le mie azioni e reazioni:
- sorpresa
- probabilmente in passato non li ho ascoltati con sufficiente attenzione
- questa volta mi metto lì con calma e li valuto davvero bene
- se tutti ne parlano bene del resto un motivo ci sarà
- apro spotify e ascolto
- ascolto una seconda volta
- mah
- forse serve il solito terzo ascolto
- mah ++
- devo fare un quarto ascolto?
- ero distratto anche questa volta?
- com'è che erano le canzoni?

Niente da fare, tutta la mia buona volontà non è sufficiente a farmi apprezzare i Real Estate giunti con Atlas al loro terzo album. L'etereo dream-pop dei ragazzi del New Jersey è veramente impalpabile, tutto rimane costantemente nell'ambito del carino-ed-innocuo, i toni sempre misurati e lievi, le melodie sfuggenti. Se non addirittura assenti. Non c'è anima, non c'è pathos, tutto è (volontariamente, si suppone) sotto traccia, nè gli strumenti nè la voce si fanno in alcun modo notare. E annoia mortalmente, album così se ne possono fare uno a settimana. E tutti passerebbero piacevolmente innocui. Zzzzz......

 
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