Sono passati 3 anni dalla pubblicazione di High Violet, il quinto difficilissimo album dei National, col quale dimostrarono al mondo (e a sè stessi) di poter reggere l'enorme mole di aspettative createsi dopo gli straordinari Alligator e Boxer. High Violet fu veramente una svolta, perché confermarsi quando si ha addosso l'attenzione di fan e media è una dimostrazione di talento e solidità tale da cambiare le prospettive a fronte di circostanze che sono risultate fatali a miriadi di band.
Dunque Trouble Will Find Me, sesto album dei National, è ancora una volta molto atteso ma accompagnato da meno timori. I National hanno già dato prova di sè, ora ci si chiede cosa sceglieranno di fare e non se saranno in grado di confermare sè stessi. La strada scelta dalla band guidata da Matt Berninger è all'insegna della continuità, senza disdegnare un'evoluzione del cantato e degli arrangiamenti che non altera però il "mood National", straordinario marchio di fabbrica in questi tempi di somiglianze diffuse. In questo lavoro ritroviamo il meglio di questa band, lo straordinario tocco minimal, la capacità di creare melodie lavorando sulle sfumature, sui cambi di tonalità, su una sensibilità fuori dal comune.
Ora si può stare qui giorni a discutere di quanto sia bello Trouble Will Find Me e di quanto valga rispetto agli altri album dei National. Tempo speso inutilmente: Trouble Will Find Me è un eccellente album che ci conferma la grandezza di questo gruppo e che si inserisce perfettamente nella loro discografia. Ora non mi resta che vederli dal vivo all'Ippodromo del Galoppo di Milano (anche se penso che la loro dimensione ideale sarebbe un piccolo club, cosa oramai impossibile): Demons.