Don't miss

Arcade Fire - Reflektor, quando l'arte viene prima del mercato [4/5]

By martchelo on mercoledì, novembre 13, 2013

Gli Arcade Fire godono della mia totale ed incondizionata stima. Oltre a una produzione musicale centellinata (Reflektor è il quarto album in nove anni) e straordinaria, gli Arcade Fire vantano un approccio alla musica talmente al di fuori dalle logiche commerciali da risultare straniante e quasi commovente. E pure bizzarro, perchè poi il successo lo raccolgono a piene mani grazie alla qualità del loro lavoro.
Soprattutto dopo il Grammy vinto per Suburbs nel 2011 non rimaneva loro che passare alla cassa: un duetto banale, un album pop con scarse pretese, magari una bella raccoltona, insomma di modi per fare soldi facili ne avevano a disposizione moltissimi. E invece il gruppo guidato da Win Butler e Régine Chassagne contraddicendo ogni regola di marketing decide di inseguire la sua idea di musica, di mettere l'arte al centro e poi vada come deve andare. Reflektor viene così anticipato dall'omonimo singolo, un brano che dura 7 minuti abbondanti, una sorta di bestemmia radiofonica. E anche un sostanziale spiazzamento per i fan, investiti da inedite sonorità elettroniche. Per non parlare dell'intero album Reflektor, un doppio cd (!), con una copertina che sembra studiata per non attrarre (stile: primi passi con il collage) e canzoni che vanno dai 2 agli 11 minuti. Vista così sembra addirittura una sistematica ricerca dell'insuccesso. Ma non è così, non è un album cervellotico o costruito per non piacere: Reflektor non rinnega l'anima degli Arcade Fire, semmai ne sublima il percorso artistico. Da Funeral a Neon Bible fino a Suburbs, ogni lavoro degli Arcade Fire mostra continuità stilistica ma anche autonomia e differenziazione rispetto al passato. Reflektor ci fa entrare nella fase elettronica, ben rappresentata dal brano scelto come singolo. Le grandi intuizioni melodiche di Butler, Chassagne e numerosi soci non sono certo esaurite e affiorano come perle in questo ambizioso lavoro, ricchissimo di musica e spunti. C'è il rock, c'è il folk, c'è anche qualcosa di musica etnica (vedi alla voce percussioni) oltre all'elettronica che sottende quasi tutti i brani, travolti da una vena creativa straordinaria e come sempre supportata dalle eccellenti voci di Win e Régine. Certo la suite Supersymmetry con i suoi 11 minuti di avventure sonore è piuttosto impegnativa ma quello che conta è il risultato complessivo: Reflektor è un album da ascoltare e da avere.


 
Privacy Policy